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Oggi il tumore della laringe costituisce circa la metà di tutti i tumori del distretto testa-collo con una frequenza che è 10 volte superiore nell’uomo rispetto alla donna e con un’incidenza nell’ultimo anno in Italia di circa 3.500 nuovi casi.
I sintomi “sentinella” del tumore della laringe sono:
– la dispnea (importante difficoltà inspiratoria),
– la disfagia (alimentazione difficoltosa con tosse persistente dopo la deglutizione) e
– la disfonia (alterazione della voce).
Questi sintomi insorgono poiché la neoplasia altera le funzioni fisiologiche della laringe, organo posto al centro del collo, che fa da crocevia tra bocca, trachea ed esofago. È una struttura molto delicata che, attraverso il movimento delle corde vocali, svolge funzioni nobili (fonazione, deglutizione, respirazione) di importanza fondamentale nella vita di relazione.
I fattori di rischio prevalenti sono l’abitudine al fumo e l’abuso di alcolici, in particolare l’azione sinergica di entrambi rappresenta il fattore di rischio predominante. Ad esempio un soggetto che assume più di 4 drink al giorno e fuma circa due pacchetti di sigarette ha un rischio aumentato di 35 volte.
Esistono tuttavia altri fattori di rischio come l’aspirazione di polveri del cemento, dell’amianto, l’esposizione a formaldeide, cromo, acido solforico, benzopirene, anche se questi agenti lesivi sono presenti prevalentemente in ambito professionale.
Nel 95% dei casi il tumore della laringe è un carcinoma squamocellulare, ossia un tumore che origina dalla mucosa di rivestimento delle alte vie aeree.
La diagnosi precoce è ancora una volta un ottimo sistema per prevenire interventi altamente impattanti sulla qualità di vita del paziente; in altre parole una alterazione della voce presente da più di un mese merita una valutazione otorinolaringoiatrica con fibroscopia, meglio se con luce NBI, che ci permette di visualizzare direttamente lo stato della laringe e la presenza di eventuali alterazioni strutturali.
Qualora emergano criticità durante la visita, lo specialista otorino richiederà esami di secondo livello come una TAC o una Risonanza Magnetica del collo e successivamente eseguirà una biopsia per determinare la natura della patologia riscontrata.
Talvolta si tratta di lesioni leucoplasiche o di piccoli carcinomi delle corde vocali che vengono rimossi mediante laser CO2 in anestesia generale e che richiedono un ricovero ospedaliero di circa 24 ore.
In altri casi si evidenziano tumori molto estesi, che alterano la motilità delle corde vocali e che interessano più sotto-unità della laringe. Questi ultimi sono curabili mediante interventi chirurgici per via esterna, non endoscopica, che determino un’alterazione permanente della voce pur conservando una buona capacità deglutitoria, fonotaria e respiratoria.
Esistono tuttavia trattamenti alternativi alla chirurgia, come la radioterapia e la chemioterapia che, in casi selezionati, permettono di preservare la funzione dell’organo laringe.
In conclusione il paziente deve comprendere che oggi il tumore laringeo può essere curato con buoni risultati in termini di sopravvivenza e di qualità di vita, tuttavia è fondamentale affidarsi ad una equipe competente ed ad una struttura ospedaliera di riferimento in ambito oncologico, in modo che il singolo caso sia valutato collegialmente dal chirurgo, dal radioterapista e dall’oncologo; il miglior trattamento per il paziente scaturirà infatti solo dal confronto multidisciplinare tra i suddetti specialisti.
Blog di informazioni mediche a carattere divulgativo redatto da medici Ultraspecialisti.
Direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Istituto di Candiolo, Torino.
Specializzato in Chirurgia oncologica demolitiva e ricostruttiva della testa e del collo: tumore al cavo orale, tumore alla laringe, tumore alla faringe: orofaringe, ipofaringe e rinofaringe, tumore alla cavità nasale e ai seni paranasali.
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