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Screening tumore al polmone

In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco 2020, Ultraspecialisti ha realizzato un’intervista con la Prof.ssa Giulia Veronesi, chirurgo toracico all’Ospedale San Raffaele di Milano. La dr.ssa Veronesi è tra i massimi esperti di chirurgia robotica e uno dei pionieri e sostenitori dello screening nell’ambito del tumore polmonare a livello internazionale.

Un pensiero sulla Giornata Mondiale senza Tabacco 2020

Questa giornata mondiale senza tabacco è rivolta ai giovani. I giovani, il 20% dei quali oggi fuma, sono ancora oggi uno dei target preferiti dalle multinazionali del tabacco, che hanno tecniche terribili di comunicazione con loro per pubblicizzare i loro prodotti in via non proprio palese. Quindi il mio pensiero è rivolto a loro, che sono purtroppo vittima di queste metodiche di mercato spinto.

Qual è la situazione odierna della lotta contro il fumo?

La lotta contro il fumo è a un buon punto, le campagne antifumo stanno portando buoni risultati. L’importante, però, è aumentare ancora di più le risorse rivolte a queste campagne, perché la diminuzione del consumo di tabacco è tangibile, seppur lenta. C’è chiaramente ancora molto da migliorare. A oggi abbiamo in Italia 11 milioni di fumatori, che sono circa il 22% della popolazione. I danni del fumo, non solo sui polmoni ma sulla salute in generale, non si eliminano nel momento in cui si smette di fumare ed è quindi ancora molto importante avviare campagne di diagnosi precoce delle malattie correlate al fumo e dei danni che il fumo ha fatto sugli organi (anche se si è smesso di fumare).

Quali sono le strategie da attuare per smettere di fumare?

Certamente bisogna farsi sostenere. È dimostrato che se una persona si rivolge a un Centro Antifumo ha il doppio delle possibilità di smettere di fumare. Esistono delle terapie farmacologiche che, insieme al supporto psicologico, facilitano questo processo. Ci vuole chiaramente, in particolare per i forti fumatori, una grande motivazione e molta informazione. Quindi la comunicazione e il supporto dei medici sono importanti e ancora gli sforzi non sono sufficienti. Ancora oggi molti medici, che sono peraltro quelli che fumano di più, non fanno campagne adeguate.

Screening preventivo per tumore al polmone: che cos’è e come funziona?

Lo screening delle patologie correlate al fumo, che noi all’Ospedale San Raffaele proponiamo con la TAC a basso dosaggio, è un esame non invasivo che viene fatto su soggetti a elevato rischio di tumore o di altre patologie per esposizione al fumo. Può farlo chi ha più di 50 anni e si è esposto al fumo per più di 30 anni, come indicato dalle Linee Guida internazionali. Insieme alla TAC solitamente si analizzano i noduli polmonari, e stiamo imparando col tempo a sfruttare questo esame per analizzare anche le calcificazioni coronariche, per fare insieme anche una prevenzione e una predizione del rischio cardiovascolare. L’esame in sé dura pochi secondi e permette di trovare noduli anche molto piccoli nel polmone, quando ancora sono potenzialmente in una fase curabile.

La dimensione media dei noduli che troviamo nello screening è di 1,5 cm, e quando vengono tolti in questo stadio si ha più dell’80% di possibilità di guarigione completa.

Quali novità dalla Ricerca sul tumore al polmone?

La Ricerca sul tumore del polmone sta vivendo una fase molto importante per tantissime ragioni. Ci sono grosse novità sia nell’ambito della diagnosi precoce, dei marcatori molecolari, ma anche degli stessi trattamenti. Per gli stadi un po’ più avanzati, esistono delle novità relative all’immunoterapia per esempio, e delle terapie molecolari. La Ricerca sta lavorando moltissimo per cercare quelle cause e mutazioni nell’ambito dei tumori che possano essere poi trattate con farmaci mirati. Questo ha permesso di cambiare anche la prognosi dei soggetti in fase avanzata.

Certamente ancora la strategia migliore per curare il tumore polmonare è la chirurgia o, in generale, il trattamento locale. Trovare il tumore in fase molto iniziale ci permette addirittura di eseguire trattamenti mini-invasivi. Questo aspetto chirurgico è un altro che si è molto evoluto: oggi ci sono tecniche innovative che riducono il trauma, come per esempio la segmentectomia robotica, che è una procedura che permette di togliere una porzione molto limitata di polmone che contiene il tumore, ma in maniera radicale (quindi con tutta la sua via linfatica). Grazie alle nuove tecnologie nuove è appunto possibile farlo con approcci mini-invasivi, con interventi che durano al massimo due ore e una degenza di circa due-tre giorni, quindi assolutamente ben tollerati.

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Chirurgo Toracico Robotico presso l’Ospedale IRCCS San Raffaele di Milano

Specializzata nel trattamento delle patologie oncologiche del torace. Ha maturato 12 anni di esperienza nella chirurgia robotica. Coordina diversi studi internazionali chirurgici tra cui un trial randomizzato multicentrico di confronto tra chirurgia robotica e videotoracoscopica, per il trattamento del tumore polmonare. Insegna chirurgia robotica in diversi centri italiani e esteri.