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In uno studio condotto in Canada dai ricercatori della Simon Fraser University, sono stati messi in correlazione l’utilizzo di prodotti chimici per le pulizie della casa e la possibilità per i bambini di sviluppare patologie dell’apparato respiratorio, tra le quali asma o respiro sibilante. Ne parla il dr. Fabiano Nigris, medico pediatra specialista in allergologia pediatrica.
Lo studio canadese, condotto dal 2008 al 2015 su più di 2.000 bambini, ha aperto una spirale di discussione piuttosto interessante. Mette infatti in relazione lo sviluppo di malattie asmatiche nei bambini di tre anni di età con il grado di esposizione di questi bambini ai prodotti per le pulizie che vengono utilizzati in casa, dai saponi per i piatti ai prodotti per lavare i pavimenti. Ciò che è emerso è che, a distanza di tre anni dall’esposizione a questi agenti chimici, più vengono utilizzati prodotti per la casa maggiore è la sensibilità respiratoria di questi bambini. Viene definita come asma dai ricercatori, anche se diagnosticare l’asma a tre anni risulta piuttosto problematico. Nello studio si parla correttamente di iper-reattività bronchiale, ovvero la capacità dei bronchi di reagire in maniera molto acuta a reagenti esterni, mimando i sintomi degli asmatici.
Per semplificare, nei bambini si può parlare di infiammazione delle vie respiratorie. Il bambino nasce da un ambiente pulito e sterile, il grembo materno. Non appena uscito dalla mamma, viene colpito da tantissimi agenti esterni, ovvero dalla flora batterica. Il bimbo, con il pianto, inala quindi da subito una grande quantità di batteri, come anche polveri, acari e altre sostanze volatili presenti anche, banalmente, in sala parto. I bimbi vengono dunque a riconoscere questa parte esterna e sono costretti ad adattarsi: lì interviene il sistema immunitario, che li aiuta a sviluppare la tolleranza verso l’esterno. Nei primi mesi di vita, da queste sostanze volatili possono derivare delle irritazioni nelle vie respiratorie del bambino, generando quella che viene definita iper-reattività bronchiale. Se poi subentrano altre situazioni di tipo allergico, per cui il bambino si sensibilizza agli agenti presenti nell’ambiente, per esempio agli acari, questa iper-sensibilità può generare quello che viene definito asma-allergico. Nel 99% dei casi l’asma non è su base allergica, ma dis-reattiva. E qui subentra la problematica su quali prodotti utilizzare per la detersione dei piccoli.
L’allergia è lo sviluppo di anticorpi specifici verso agenti esterni, non è altro che una iper-reazione contro determinate sostanze esterne. L’ipotesi igienica, laddove c’è l’eccesso di pulizia, è già stata studiata negli anni ’80. In sostanza, la teoria, confermata successivamente negli anni, afferma che tanto più un bambino è tenuto pulito tanto più ha possibilità di sviluppare allergie. Se quindi da una parte non è corretto tenere un bambino sporco, dall’altra è sbagliato anche avere un eccesso di igienismo, dobbiamo perciò evitare per quanto possibile l’utilizzo di sostanze igienizzanti. Lasciare il bambino libero di interagire con l’ambiente che lo circonda sul fronte microbiologico è dunque sicuramente un elemento protettivo per le allergie. Se il bimbo, invece, viene lasciato a terra dove è stata passata una sostanza chimica igienizzante, e questo poi si mette le mani in bocca, è chiaro che non si faccia il suo bene. Spesso i genitori ricorrono immediatamente a prodotti disinfettanti per i piccoli. Per fortuna, in molti casi i bambini manifestano in poco tempo reazioni cutanee, fatto che costringe i genitori a rivolgersi al pediatra di famiglia che dà poi le disposizioni corrette in merito.
Nella maggior parte dei casi, gli animali vengono lasciati liberi di correre all’interno di casa. Istintivamente si potrebbe pensare che il piccolo, con l’animale in casa, sia meno protetto. Per questo pregiudizio, quindi, spesso i genitori non lo fanno interagire con l’animale. Questo è un errore: infatti, il piccolo tanto più interagisce con l’animale in casa tanto meno allergico diventa. L’eccesso di igiene porta a un cortocircuito contrario a sfavore del bambino. L’influenza ambientale crea quindi differenze nell’evoluzione del bambino, anche in caso di predisposizione genetica. È utile lasciare quindi il bambino libero durante i suoi primi anni, praticando una pulizia corretta. Un buon lavaggio senza disinfettante è sufficiente per tenere protetti i bambini.
La maggior parte delle reazioni bronchiali in età d’asilo al 99% sono generate dai virus, che mimano perfettamente gli allergeni che derivano dall’esterno. In risposta, l’organismo dei bambini “chiude la porta”. Di conseguenza, di fronte anche a un banale virus stagionale, si genera una restrizione immediata dei bronchetti, che hanno un calibro molto sottile, dando così luogo al cosiddetto “fischietto”, che si cura con l’aerosol e per il quale non è quasi mai necessario l’antibiotico. I bambini sono spesso recidivi, per cui diventa un circolo vizioso: più il bambino si ammala, più tende ad ammalarsi. Man mano che cresce, il bimbo sviluppa bronchi più grandi. A 6 anni, per esempio, di fronte a uno stesso virus, si genererà la stessa micro-chiusura ma si avrà un miglioramento sintomatologico per effetto della crescita, insieme a un assestamento del sistema immunitario. Quei bambini che invece mantengono, purtroppo, il sintomo asmatico o asmatiforme, presentano spesso delle positività, nella maggior parte dei casi agli acari, che si sviluppano facilmente nelle nostre case. Nell’adolescenza, infine, abbiamo un passaggio importante: c’è chi guarisce e c’è chi, invece, peggiora, e si porta dietro l’asma come caratteristica: quest’ultimo caso rappresenta una minoranza. Il peggioramento può derivare da una loro familiarità, da cure non adeguate o dalla vita in ambienti particolarmente espositivi, come possono essere le grandi città più inquinate.
È sottinteso e scontato che i bambini non devono essere esposti al fumo di sigaretta, neanche a quello del genitore che “fuma fuori”.
Ascolta l’intervista completa su RadioWellness: www.radiowellness.it/salute-le-patologie-respiratorie-nel-bambino-causate-dai-prodotti-per-le-pulizie-domestiche/
Link allo studio: Babies frequently exposed to cleaning products can have higher risk of asthma
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