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A cura del dr. Raffaele Contini, Medico di Medicina Generale
Il recente Congresso Internazionale del 12 e 13 Maggio 2021, in occasione della Giornata mondiale della Fibromialgia (13 Maggio) ed il Congresso Italiano dell’AISF Associazione Italiana Sindrome Fibromialgia del 24-25 Aprile 2021, sono stati una grande occasione per fare il punto su tutti gli aspetti della patologia.
La sindrome fibromialgica non è una malattia rara ma si può definire una malattia cronica che interessa dal 2 al 4% (alcune fonti si spingono fino all’8%) della popolazione mondiale. Non si tratta di una malattia “immaginaria“ o “invisibile“ o “psicosomatica“.
È una sindrome e non una semplice malattia, in quanto presenta molteplici sintomi e segni clinici che interessano più organi ed apparati del corpo umano.
L’esordio della Fibromialgia avviene solitamente intorno ai 25 anni ed interessa le decadi dai 25 ai 55 anni. Colpisce prevalentemente il sesso femminile nella misura dal 70 al 90% ed infierisce durante la premenopausa e menopausa conclamata, quando si abbinano la sindrome fibromialgica e la sindrome climaterica. Non sono esclusi bambini ed adolescenti, interessati nella misure dell’1-2% del totale dei pazienti fibromialgici.
Accanto a questi dati di prevalenza statistica, poniamo i dati di incidenza: si stimano dai 7 agli 11 i nuovi casi ogni anno per 1.000 abitanti: ad indicare l’incremento dei casi emergenti.
Si tratta di una malattia sociale ed invalidante che tuttavia, ancora oggi, non è riconosciuta in Italia come “malattia” ed in particolare come “malattia cronica”, non rientrando quindi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e nella programmazione economico-organizzativa del Sistema Sanitario Nazionale.
Mentre negli USA, in Norvegia ed in Svezia è riconosciuta come malattia cronica ed è tra i primi posti nel conferimento della invalidità con provvidenze anche economiche, in Italia, solo la Regione Friuli Venezia-Giulia ha finora riconosciuto l’esenzione dal pagamento del Ticket sanitario, molto utile per la gratuità degli accertamenti sanitari, le visite specialistiche e le terapie.
Altre Regioni, come la Toscana e l’Emilia-Romagna, hanno almeno provveduto a redigere un PDTA (Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per gli Operatori Sanitari, a partire dai Medici di Famiglia, fino agli Specialisti di branca come Reumatologo, Neurologo, Algologo, Psicologo o Psichiatra. Recentemente le Regioni Emilia Romagna, Puglia e Sardegna si stanno adoperando per la creazione di un Registro ad hoc.
Nonostante la pressione delle Associazioni dei Pazienti (in primis AISF, Libellula Libera e Comitato Fibromialgici Uniti), ad oggi esistono quattro proposte di Legge, sia alla Camera che in Senato, per il riconoscimento della Malattia.
È anche una Malattia economicamente costosa per i pazienti, oppressi dai sintomi, dalla invalidità ed isolamento sociale ed alle prese di molteplici e costosi esami, consulti medici e terapie poco efficaci.
Non sempre i sintomi accusati dal paziente possono essere subito indicativi di una malattia di competenza del Medico Specialista (che solitamente conosce tutto di una parte del nostro corpo), anche perché i sintomi possono essere molteplici e sfumati e possono trarre in inganno.
La funzione principale del Medico di Medicina Generale qualificato ed attento può consistere nel porre una prima diagnosi (e se di pertinenza, anche una prima terapia), senza necessariamente ricorrere in prima istanza al Medico Specialista di organo o apparato.
La sensibilità del Medico Generale può anche indirizzare all’occorrenza ad un approfondimento specialistico mirato. Questo iter ideale permette di risparmiare tempo e denaro, sia pubblico che privato.
La buona regia del Medico di Medicina Generale competente e disponibile, sarà anche preziosa nel mettere insieme i dati di conoscenza complessiva di quel paziente che spesso conosce da lunga data, ed assisterlo e monitorarlo nel tempo. A maggior ragione quando il paziente è già un paziente classificato come cronico, magari con patologie multiple e con molteplici terapie, allorché l’emergere di una serie di sintomi (opportunamente inquadrati con la valutazione dei segni clinici) può trovare una prima risposta di valutazione e screening da parte del medico curante, sempre seguendo esperienza e medicina basata sulle evidenze.
E non soltanto in questi casi: altri casi di specie possono essere una qualificata consulenza a favore di soggetti residenti in territori remoti o in caso di residenza temporanea all’estero; anche con l’ausilio di mezzi tecnologici moderni di telemedicina, dal teleconsulto alla videochiamata.
In sostanza, alla sensibilità clinico-diagnostica del Medico di Medicina Generale si può unire senz’altro una specificità extraospedaliera che potrà essere di grande aiuto al paziente ed allo stesso specialista di branca per una nuova alleanza paziente-medico generale e specialista.
Blog di informazioni mediche a carattere divulgativo redatto da medici Ultraspecialisti.
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