Richiedi il buono sconto da 20 € per il tuo consulto online.
a cura del dr. Marco Bertolotto
Medico Anestesista Specializzato in Terapia del Dolore
Di seguito l’elenco e le descrizioni delle principali patologie reumatologiche che possono beneficiare di un trattamento con cannabis terapeutica.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni sia piccole che grandi, queste diventano dolenti, tumefatte e vanno deformandosi con il tempo. Può coinvolgere anche altri organi e apparati come il polmone, le sierose, l’occhio, la cute e i vasi. Interessa soprattutto le donne tra i 40 e i 50 anni.
A provocare questa patologia è un’alterazione a livello del sistema immunitario, il quale inizia a colpire i tessuti sani a livello delle articolazioni, con particolare riferimento alla membrana sinoviale.
Tale meccanismo è mediato dagli anticorpi, normalmente presenti nell’organismo umano, i quali in maniera anomala vanno ad attaccare le membrane sinoviali delle capsule articolari inducendo nei pazienti una forte infiammazione che ne fa incrementare il volume. In seguito a ciò, il danno si estende fino a compromettere la struttura cartilaginea e, nei casi più gravi, anche la struttura ossea e i tessuti circostanti, come i tendini ed i legamenti.
L’infiammazione si presenta in maniera simmetrica bilaterale, e l’insorgenza è solitamente a carico delle articolazioni dei piedi e delle mani. In alcuni casi, alla comparsa dell’infiammazione può associarsi uno stato febbrile, la comparsa di rash cutanei e stanchezza e spossatezza.
L’Artrite reumatoide è una patologia che presenta un andamento progressivo, contraddistinto da un alternarsi di fasi acute e fasi di stallo. Proprio per questa peculiarità della patologia, la regolare assunzione di una terapia a base di cannabinoidi può fornire un valido supporto nel controllo dei sintomi nel ridurre l’intensità dei sintomi al momento della loro comparsa.
Oltre ad agire sulla sintomatologia della patologia, i cannabinoidi possono contribuire a migliorare altri aspetti che spesso vengono compromessi nei pazienti che convivono con questa malattia, come la qualità del sonno ed il tono dell’umore (eventualmente andando ad agire in maniera sinergica ad altre terapie farmacologiche eventualmente in atto).
La fibromialgia è una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore.
Al momento non esiste una cura per questa patologia, sia i farmaci, sia un approccio mirato al rilassamento e alla riduzione dello stress possono aiutare solamente ad alleviare i sintomi.
Quasi sconosciuta fino a pochi anni fa, la fibromialgia è stata oggetto di numerosi studi che hanno portato nuove conoscenze, anche da un punto di vista epidemiologico. Infatti, sappiamo oggi che la fibromialgia è maggiormente diffusa nel sesso femminile (che rappresentano circa il 90% dei malati) e che può insorgere a qualsiasi età, mentre il picco si colloca tra i 40 e i 60 anni, con importanti ripercussioni sull’attività lavorativa e sul piano socio-affettivo. Si stima che, in Italia, ne soffrano quasi quattro milioni di persone: numeri che fanno della fibromialgia la seconda malattia reumatica, in termini di diffusione, dopo l’osteoartrosi (o artrosi).
La Fibromialgia è caratterizzata dal seguente quadro sintomatologico:
– Dolore: colpisce più articolazioni e più muscoli; è caratterizzato spesso dalla presenza di punti dolenti (18 Tender Points distribuiti sul corpo) specifici, che sono patognomonici della malattia.
– Astenia: definita dal paziente come una stanchezza cronica, che non trova mai ristoro.
– Insonnia e alterazioni del ritmo sonno veglia. Cefalea. Calo della memoria. Deficit di concentrazione. Depressione. Calo del visus. Dispesia. Colon irritabile. Perdita dei capelli.
Spesso i pazienti affetti presentano familiarità e predisposizione per patologie autoimmuni e tiroidee. La fibromialgia non è associata ad alcuna evidenza di alterazione fisica, biologica o strumentale: la diagnosi è strettamente clinica; i pazienti generalmente appaiono in buona salute, ma fortemente sofferenti e limitati nello svolgimento delle normali attività quotidiane.
Tra i pazienti affetti da Fibromialgia, meno del 30% risponde ai classici trattamenti farmacologici: Duloxetina – Pregabalin –Tramadolo – Amitriptillina – Ciclobenzaprina.
In tale contesto, la terapia a base di cannabis può costituire un valido supporto. Tale tipologia di approccio terapeutico trova il suo perché nell’azione antidolorifica ed antalgica del THC, nella capacità del CBD di andare a modulare la risposta infiammatoria, nonché nella sua azione miorilassante. Oltre a ciò, l’impiego di terapie a base di cannabinoidi in queste tipologie di pazienti, è in grado di apportare miglioramenti da un punto di vista psichico e psicologico grazie ai benefici a livello del tono dell’umore e al miglioramento della qualità del sonno, aspetti che incidono notevolmente sulla qualità della vita degli stessi.
Il Lupus eritematoso sistemico (LES) è una malattia del connettivo caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose, sensibilità alla luce del sole e coinvolgimento sistemico di quasi tutti gli organi e apparati come il rene, le articolazioni, il sistema nervoso centrale, le sierose e il sistema emopoietico, dovute a deposito di immunocomplessi e complemento.
Colpisce più frequentemente le donne, soprattutto fra i 15 e i 40 anni.
L’insorgenza di tale patologia è legata ad un’alterazione del comportamento del sistema immunitario dell’uomo: in particolare gli anticorpi riconoscono come “nemici” i tessuti sani e di conseguenza vanno ad intervenire su di essi in maniera incontrollata provocando uno stato di infiammazione delle aree colpite che, a lungo andare, può portare a gravi danni alla funzionalità delle stesse.
I distretti del corpo maggiormente interessati da questo stato patologico sono: la cute, le articolazioni, il sistema nervoso, i reni e le tonache sierose (pleura e pericardio).
Il Lupus eritematoso sistemico può presentarsi in tre diverse forme, caratterizzate da segni specifici che ne consentono la corretta diagnosi. Nella sua forma più comune, il lupus cutaneo, si ha la manifestazione di particolari segni a livello della cute. A sua volta, il lupus cutaneo, può essere definito discoide o cutaneo subacuto.
Un altro tipo di Lupus è quello farmacoindotto, riscontrabile attraverso opportuni esami diagnostici.
Il terzo tipo di lupus è quello neonatale: questo si presenta attraverso manifestazioni cutanee eritematose di tipo non permanente e blocchi, in questo caso permanenti, agli atri e ventricoli cardiaci. Quest’ultimo è causato dal trasferimento al feto, attraverso la placenta, degli anticorpi materni SSA.
La terapia con cannabinoidi, in questa patologia, trova il suo perché nella riduzione del dolore e nel suo controllo. L’azione antinfiammatoria ed immunomodulatoria dei cannabinoidi THC e CBD, possono infatti agire efficacemente sia sul dolore di tipo articolare sia sul dolore non articolare. Oltre a ciò, l’utilizzo di queste terapie, eventualmente anche in associazione ad altre terapie farmacologiche, possono contribuire a migliorare il generale tono dell’umore e a migliorare la qualità del sonno, contribuendo ad un miglioramento della qualità della vita del paziente.
La sindrome di Sjögren è una malattia infiammatoria cronica autoimmune, nettamente più frequente nel sesso femminile (90% dei casi), con un picco di incidenza intorno ai cinquant’anni. La malattia colpisce tipicamente le ghiandole esocrine, in particolare quelle lacrimali e salivari, provocando secchezza.
La progressiva perdita della secrezione ghiandolare è provocata dall’infiltrazione di alcune cellule del sistema immunitario all’interno delle ghiandole, che impedisce loro di funzionare adeguatamente. I pazienti lamentano, infatti, col passare del tempo, occhi secchi (perché vengono prodotte poche lacrime) e bocca secca (perché viene prodotta poca saliva)
La malattia può essere primaria o secondaria: nel primo caso è caratterizzata principalmente da secchezza orale e oculare, ma può coinvolgere anche altri organi e apparati, come il sistema nervoso centrale e periferico e le articolazioni; nella forma secondaria, invece, la sindrome di Sjögren si accompagna ad altre malattie autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, sclerodermia, connettivite mista, tiroidite di Hashimoto, crioglobulinemia mista, miositi autoimmuni, vasculiti, colite ulcerosa, morbo di Crohn, cirrosi biliare primitiva, mieloma multiplo, linfomi).
Le cause della malattia non sono note. Si ritiene che alla base ci sia un trigger infettivo e una conseguente reazione autoimmune contro l’epitelio dei dotti ghiandolari1. L’infiltrazione linfocitaria delle ghiandole salivari e lacrimali porta a una progressiva perdita di funzione secretoria e a un’alterazione della qualità di lacrime e saliva.
I sintomi caratteristici sono sensazione di bocca e occhi secchi. Si possono associare congiuntiviti e parodontopatie, ingrossamento delle ghiandole salivari, soprattutto delle parotidi, tosse secca, secchezza di cute e organi genitali. Altre manifestazioni comprendono artralgie, parestesie, astenia, vasculite cutanea.
In questo tipo di malattia, la terapia con cannabinoidi può affiancarsi alle terapie di prima linea. Infatti, i cannabinoidi sono in grado di portare al paziente una serie di benefici grazie alla loro azione antalgica, antinfiammatoria ed immunomodulatrice. Particolare attenzione, in questo caso, deve essere prestata all’utilizzo del THC, poiché al contrario del CBD, che non presenta effetti collaterali, questo, a seconda delle dosi e della risposta del paziente, è in grado di andare ad indurre secchezza delle fauci (effetto indesiderato assolutamente da evitare in questa patologia). L’effetto è tuttavia dose dipendente ed un buon equilibrio CBD-THC nella terapia assunta è in grado di andare a contrastare questi effetti collaterali.
La polimialgia reumatica è un’infiammazione dei muscoli, che comincia dalle spalle, dal collo e dalle anche, per poi propagarsi, in assenza di cure, al resto del corpo.
I sintomi principali avvertiti dai pazienti sono dolore e rigidità muscolare.
Le cause precise d’insorgenza, al momento, continuano a rimanere ignote. Tuttavia, si suppone che all’origine della polimialgia reumatica vi sia una combinazione tra fattori genetici e fattori ambientali.
Con una diagnosi precoce, è possibile scongiurare il pericolo di complicazioni, talvolta anche molto gravi.
La cura consiste nell’assunzione di corticosteroidi, potenti farmaci antinfiammatori dagli effetti collaterali non trascurabili.
In aggiunta al dolore e alla rigidità muscolare, cosi debilitanti da impedire molte banali attività quotidiane, questo tipo di infiammazione comporta una serie di sintomi secondari aspecifici che possono indurre il medico ad una diagnosi non corretta o comunque possono essere confusi con altre patologie. Tra questi vi sono: la stanchezza, la febbre, la perdita di peso e alterazioni dell’appetito.
Conseguenza di queste complicazioni è la comparsa di stati ansioso depressivi nei soggetti affetti da questa patologia, dovuti proprio alle forti limitazioni con le quali convivono nella loro vita quotidiana.
Questa patologia può essere trattata attraverso la somministrazione di corticosteroidi. Tuttavia, non sempre i pazienti riescono a tollerare un trattamento di lungo periodo con questa tipologia di farmaci.
Proprio per questo motivo, una terapia con cannabinoidi può apportare un miglioramento sia sul quadro clinico (agendo soprattutto sui dolori diffusi e la rigidità muscolare) sia nel ridurre l’eventuale utilizzo di corticosteroidi. Una possibile strategia di partenza è utilizzare un preparato che contenga i due principi attivi in rapporto di circa 1:1, per beneficiare degli effetti terapeutici con minor rischio di sviluppare effetti collaterali, soprattutto quelli psicotropi del THC. Tali effetti sono comunque dose dipendenti. Non ci sono particolari controindicazioni a una simultanea assunzione di steroidi o altri farmaci comunemente utilizzati per la cura della Polimialgia.
Questa è una patologia che induce una degenerazione a livello delle articolazioni coinvolte, inducendo una progressiva riduzione del movimento di queste.
L’artrosi agisce a livello del tessuto cartilagineo, andando a comprometterne la struttura. In questo modo, il tessuto che permetteva lo scorrimento e dunque il movimento dell’articolazione, risulta compromesso. Fino alla completa scomparsa. Dal momento in cui vi è l’assenza della cartilagine le ossa si trovano a contatto anche nei piccoli movimenti provocando dolore di forte entità e danni ai tessuti circostanti come legamenti e l’apparato scheletrico.
Data la natura progressiva di questa patologia, essa peggiora in maniera correlata all’aumentare dell’età. Tende infatti a comparire con maggior frequenza tra i 40 ed i 45 anni, colpendo prevalentemente il sesso maschile.
Si riconoscono due tipi di artrosi: primaria, nella quale sono importanti i fattori genetici, secondaria, nella quale si riconoscono come fattori favorenti: pregressi traumi, anche piccoli o passati inosservati (l’artrosi è relativamente frequente nei calciatori, negli sciatori ecc., anche l’uso recente del mouse è ritenuto almeno concausa nell’artrosi del polso); l’artrosi secondaria è spesso esito di malattie infiammatorie articolari quali l’artrite reumatoide.
Importante fattore favorente l’artrosi è il sovrappeso con conseguente sovraccarico di articolazioni portanti (anche e ginocchia) e successivo danno cartilagineo.
L’approccio terapeutico con cannabinoidi non rappresenta la prima scelta per il trattamento del dolore di tipo artrosico. Tuttavia, si pone come trattamento di supporto nei pazienti che presentano farmacoresistenza. Infatti, questi contribuiscono al sollievo dal dolore cronico, grazie all’azione miorilassante ed antalgica del THC ed a quella antinfiammatoria ed immunomodulante del CBD. Sicuramente tra le molteplici patologie per cui i cannabinoidi hanno frequentemente successo, il dolore articolare su base artrosica non rappresenta una delle principali indicazioni terapeutiche, soprattutto nelle fasi acute.
ULTRASPECIALISTI S.R.L. PMI Innovativa | Cod.Fisc / P.Iva: 09364300963 | Via Ampére 61/A, 20131, Milano | Capitale sociale 10.500 euro i.v.