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Malattie della pelle

a cura della dr. ssa Claudia Pazzini
Medico Dermatologo Specialista

Psoriasi

È una malattia infiammatoria cronica e non contagiosa della pelle, la cui insorgenza è spesso sostenuta dall’interazione tra fattori genetici, immunitari e stress psico-fisico. Esistono diverse espressioni cliniche di psoriasi (a placche, guttata, pustolosa, eritrodermica, inversa e molte altre) che possono essere concomitanti nello stesso paziente. La forma più comune è caratterizzata dalla presenza di chiazze rosse, ricoperte da squame pruriginose che confluiscono in placche a margini netti, soprattutto sulla superficie degli arti (mani, piedi, gomiti e ginocchia), sul cuoio capelluto e sulla regione lombo-sacrale.

Solo un approfondito esame diagnostico può stabilire l’approccio terapeutico, che sarà necessariamente di tipo personalizzato, poiché varia in base al tipo di psoriasi, alla gravità dei sintomi, alla distribuzione delle lesioni e alla presenza di comorbidità.

Pitiriasi Rosea di Gibert

Dermatite a decorso benigno, caratterizzata dalla comparsa di una chiazza madre rosa-rossa seguita da piccole macchie rosate e ovalari. In seguito si sviluppa eritema, secchezza e desquamazione della pelle. Colpisce soprattutto soggetti giovani e l’eziologia non è ancora del tutto nota, probabilmente è dovuta ad una infezione virale (riattivazione dello Human herpesvirus 6 o 7) . Nella maggior parte dei casi si verifica durante i cambi di stagione e si localizza generalmente sul tronco e alla radice degli arti, mentre solitamente non colpisce il viso.

Non esiste una terapia farmacologica specifica, in quanto va incontro a risoluzione spontanea, sebbene abbia un lento decorso. Si può lenire il prurito con l’uso di emollienti, talco mentolato, creme cortisoniche o antistaminici orali. Per accelerare il processo di guarigione può essere utile la fototerapia UVB o, in certi casi, l’assunzione del farmaco antivirale aciclovir.

Lichene planus

Dermatite cronica e recidivante, la cui eziologia è ancora poco sconosciuta, probabilmente correlata a un’alterazione del sistema immunitario. Si localizza generalmente ai polsi, tronco e gambe; qui la manifestazione più comune è caratterizzata dalla formazione di multiple papule isolate o raggruppate, rosee-violacee, dalla consistenza dura e liscia, dai margini netti e di varia forma. Talvolta sono presenti in superficie delle strie biancastre. Le lesioni sono quasi sempre pruriginose. Il lichen Può essere localizzato anche alle mucose, orali o genitali, e in questo caso si accompagna a bruciore o dolore. In alcuni casi può regredire spontaneamente, ma spesso si ricorre al trattamento farmacologico di tipo topico o sistemico con corticosteroidi, o mediante antistaminici, fototerapia o farmaci immunosoppressori.

Dermatite atopica (eczema)

Infiammazione dello strato superficiale della cute molto comune, che si manifesta clinicamente con prurito, eritema, secchezza, desquamazione e la formazione di croste. Si sviluppa prevalentemente nei bambini e nelle persone affette da rinite allergica o asma e nella maggior parte dei casi tende a cronicizzare. Possono contribuire al suo sviluppo fattori genetici, attivazione di meccanismi immunologici o cause ambientali.

Il trattamento è volto ad alleviare il prurito mediante l’uso di farmaci topici o assunti per via orale. Nei casi più complessi si ricorre alla somministrazione di corticosteroidi, farmaci immunomodulatori, fototerapia e i farmaci biologici.

Dermatite da contatto allergica

Infiammazione del derma innescata in seguito al contatto della pelle con particolari sostanze riconosciute come estranee dall’organismo, che prendono il nome di apteni, capaci di attivare una risposta immunitaria cellulo-mediata di tipo IV. Esempi di tali sostanze sono alcuni metalli, prodotti per l’igiene personale e domestica, tessuti, farmaci, lattice, coloranti, ecc. Dal punto di vista clinico si manifesta solo nelle sedi di contatto con la sostanza estranea e si distinguono tre forme di dermatite da contatto allergica: acuta, caratterizzata dalla comparsa di rossore, di vescicole raggruppate o isolate e prurito; subacuta, con la presenza di secchezza e desquamazioni; cronica, in cui la cute si presenta secca, pruriginosa, con desquamazioni e rossore.

Il trattamento dipende dall’agente responsabile dell’infiammazione.

Dermatite da contatto irritativa

Infiammazione del derma, dovuta al ripetuto contatto della cute con agenti esogeni, quali solventi, detergenti per pulizie o materiali industriali. Si manifesta prevalentemente su mani, polsi, avambracci e viso, con un’improvvisa disidratazione e successiva comparsa di rossore, vescicole, desquamazioni, erosioni e croste e è accompagnato da un forte bruciore e prurito.

Il trattamento prevede l’allontanamento della sostanza irritante e l’applicazione di emollienti, creme protettive o di corticosteroidi topici.

Dermatite seborroica

Infezione del derma molto comune, di tipo cronico e con tendenza a recidivare, che si manifesta con untuosità e desquamazione della pelle, provocando prurito, rossore e forfora. Le aree del corpo più interessate sono tutte le zone ricche di ghiandole sebacee, ovvero cuoio capelluto, condotti uditivi e volto, ma può anche colpire il torace e i genitali. La eziopatogenesi non è ancora del tutto nota, un ruolo determinante è svolto dal fungo Malassezia Furfur. Altri fattori scatenanti possono essere lo stress psicofisico, la scarsa igiene personale, il tipo di alimentazione, gli squilibri ormonali, l’uso di farmaci, la predisposizione genetica, i cambiamenti di stagione o l’inquinamento. È importante, pertanto, mantenere un’adeguata igiene personale utilizzando creme, lozioni e shampoo, contenenti antimicotici. L’uso di corticosteroidi deve essere strettamente monitorato. Inoltre può essere consigliata l’assunzione di antistaminici, per ridurre il prurito, e la fototerapia.

Piodermite (Impetigine)

Infezione batterica della cute, causata solitamente da stafilococchi o da streptococchi. In base alla profondità dell’infezione si identificano diverse forme di piodermite, tra di esse ricordiamo l’impetigine, il patereccio e la follicolite, che interessano l’epidermide, e l’erisipela e l’idrosadenite suppurativa, che invece, coinvolgono il derma. Per quanto concerne l’impetigine, se ne distinguono due forme: non bollosa streptococcica e bollosa stafilococcica. La prima si contraddistingue per la comparsa su viso, braccia e gambe di vesciche ripiene di liquido chiaro, che successivamente si rompono e formano una crosta gialla o bruno giallastra. La seconda è caratterizzata dalla formazione di lesioni bollose con potenziale coinvolgimento di qualunque sede corporea. I bambini sono i soggetti più colpiti.

Il trattamento prevede lavaggi antisettici ed utilizzo di antibiotici locali, talora anche orali.

Erisipela

Infezione streptococcica o stafilococcica del derma che porta alla formazione di una lesione cutanea sotto forma di chiazza arrossata, con caratteristico bordo periferico rilevato e dalla pelle liscia e tesa. Si localizza in genere agli arti inferiori e al volto. Può essere associata ad un aumento di dimensione dei linfonodi regionali, astenia e febbre.

Il trattamento è a base di antibiotici.

Herpes Simplex

Infezione cronica e recidivante, causata dal virus Herpes simplex (HSV), che si manifesta con l’insorgenza ricorrente di piccole vescicole dolorose su pelle, bocca, labbra, occhi o genitali per una durata di 5-10 giorni e che si risolve senza lasciare esiti cicatriziali. In particolare, il virus HSV di tipo 1 è responsabile delle forme orali, mentre l’HSV di tipo 2 di quelle genitali. La trasmissione avviene per contatto diretto e ha un periodo di incubazione di 10–50 giorni. Dopo la prima manifestazione vescicolare a livello dell’epidermide, il virus risale lungo i nervi e resta latente nei gangli nervosi e si riattiva in seguito a condizioni di stress psicofisico quali febbre, ciclo mestruale, calo delle difese immunitarie o esposizione solare.

La terapia consiste nell’assunzione di farmaci antivirali per via sistemica o per via topica e talvolta di anestetici e analgesici per alleviare prurito e dolore.

Herpes Zoster

Nota anche come “fuoco di Sant’Antonio”, è un’infezione dovuta alla riattivazione del virus Varicella-zoster (VZV), il quale, dopo la manifestazione della varicella, persiste in stato quiescente nei gangli sensitivi e si può riattivare in seguito a condizioni di stress psicofisico severo. Il virus riattivato riprende la replicazione e migra verso i nervi sensitivi determinando infiammazione degli stessi e la comparsa in corrispondenza di vescicole cutanee di colore rosso, pruriginose e dolorose. Il rash è solitamente unilaterale e interessa il torace o l’addome, in casi più rari può manifestarsi su collo, viso o occhi. Il processo dura dalle due alle quattro settimane e termina con la rottura delle vescicole e la formazione di croste.

Il trattamento farmacologico risulta più efficace se cominciato entro 72 ore dalla comparsa dell’eruzione cutanea e consiste nell’assunzione di antivirali per via sistemica o topica e di vitamina B12, come adiuvante, per ridurre le complicanze di nevralgia posterpetica.

Dermatofitosi

Micosi contagiosa causata da funghi capaci di infettare tessuti ricchi in cheratina, come lo strato corneo della pelle, i peli e le unghie. È pertanto classificata in base alla sede anatomica dell’infezione e al tipo di trasmissione (tra uomini, da animali o per il contatto con il terreno). Nelle infezioni causate da specie animali, si sviluppa una marcata risposta infiammatoria in acuto, ma rispondono bene alla terapia specifica. Nelle infezioni trasmesse da uomo a uomo, invece, si ha un’evoluzione cronica persistente e di solito una ridotta risposta al trattamento.

Il trattamento prevede l’uso di farmaci antimicotici topici e/o sistemici a seconda della varietà anatomo-clinica dell’infezione, dall’estensione e dall’espressione clinica dell’infezione.

Candidosi

È un’infezione opportunistica di cute e mucose indotta da funghi, di cui Candida albicans è il più comune. Tale infezione si sviluppa più frequentemente in soggetti anziani, in pazienti immunodepressi o affetti da malattie croniche (diabete, cancro o AIDS) o in seguito a trattamento con terapia antibiotica o nelle donne in gravidanza. L’infezione è in genere superficiale e può colpire il cavo orale (candidosi orale), la pelle (candidosi cutanea) o la vagina (candidosi genitale) causando la formazione di chiazze rosse o bianche, con prurito e/o irritazione.

La terapia può essere per via topica o sistemica e prevede l’utilizzo di antimicotici.

Verruca

Infezione cutanea indotta da Human Papilloma Virus (HPV). Il contagio si verifica per contatto diretto con l’epidermide favorito da ambienti affollati e caratterizzati da clima caldo-umido. A seconda del ceppo virale coinvolto e della sede di penetrazione del virus si riconoscono diversi forme di verruca.

In particolare, le più frequenti sono:
– verruche volgari, che sono indotte dal ceppo HPV 1 o da HPV 2 e localizzate sulla superficie dorsale delle mani e delle dita, dall’aspetto increspato e circolare;
– verruche plantari, causate dal ceppo HPV 1, caratterizzate da punti scuri, sorgono esclusivamente sulla pianta del piede molto dolorose;
– verruche piane, determinate dal ceppo HPV 3 o HPV 10, localizzate su viso, dorso delle mani, arti superiori e ginocchia, dello stesso colorito della cute.

I trattamenti più utilizzati sono la crioterapia (congelamento con azoto liquido), preparati cheratolitici liquidi a base di acido salicilico o acido lattico, laserterapia, o asportazione chirurgica. Il successo del trattamento è molto variabile e sono frequenti le recidive.

Acne

Dermatite ad evoluzione benigna a carico del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea associata, caratterizzata da lesioni non infiammatorie (comedoni o punti neri) e/o infiammatorie (papule, pustole o brufoli) localizzate al volto, collo, torace e dorso. Nei casi più seri può portare alla comparsa di noduli, cisti, cicatrici e segni permanenti. Oltre all’acne del periodo giovanile, correlata allo sviluppo puberale, si possono osservare forme anche nell’adulto. Fattori che favoriscono l’insorgenza e l’esacerbazione dell’acne sono fattori genetici, immunitari, ormonali, dietetici e dipendenti dallo stile di vita.

Vi sono molteplici rimedi all’acne, la scelta del trattamento dipende dalla severità dell’acne, dall’età e dal sesso del paziente.

Eritema nodoso

Infiammazione acuta dello strato più profondo della pelle, chiamato ipoderma, costituito principalmente da tessuto adiposo. Si manifesta con la comparsa lungo gli arti inferiori o, più raramente, su arti superiori e volto di noduli dolorosi di dimensioni variabili. È spesso accompagnato da febbre, astenia e dolori muscolari. La causa che porta allo sviluppo dei noduli varia a seconda dei casi, spesso è ignota, altre volte è legata allo sviluppo di infezioni batteriche o virali, a malattie sistemiche, autoimmuni o oncologiche o a intossicazioni da farmaci.

I noduli tendono a risolversi spontaneamente, ma è possibile accelerare il processo di guarigione intervenendo sulla causa che ha portato alla formazione dei noduli o mediante l’assunzione di antinfiammatori, FANS o corticosteroidi, e il riposo a letto.

Eritema multiforme

Eruzione cutanea caratterizzata dalla comparsa di lesioni cutanee “a bersaglio” e può interessare anche la mucosa orale. È una reazione di ipersensibilità che si sviluppa a causa di una infezione virale, o di una tossicità da farmaci o in seguito a particolari condizioni immunologiche. È chiamata “multiforme” in quanto al centro della lesione cutanea vi può essere una vescicola, una papula o una crosta, a seconda dello stadio evolutivo della malattia, solitamente circondata da un alone edematoso. Colpisce in prevalenza viso e arti, più raramente gli occhi, in maniera asintomatica o con lieve sensazione di prurito o bruciore, febbre o astenia. Solitamente va incontro a risoluzione spontanea, ma sono frequenti le recidive.

Il trattamento consiste nell’eliminare la causa alla base della condizione e ad alleviare i sintomi mediante l’uso di cortisonici topici e antistaminici orali.

Orticaria

Eruzione acuta e improvvisa a carico di cute o mucose, localizzata o diffusa, caratterizzata dalla comparsa di pomfi rosa-rosso o bianchi, di varie dimensioni, ma a margini netti. Si accompagna a prurito, dolore e fastidio. L’orticaria si può associare ad angioedema, chi consiste in rigonfiamenti del tessuto sottocutaneo o sottomucoso, per esempio delle labbra o delle palpebre. le forme acute, cioè di recente insorgenza, possono essere causate da reazioni allergiche o infezioni. Per Le forme croniche, cioè che durano oltre le 6 settimane, spesso si parla di orticaria cronica spontanea poiché apparentemente non si riconoscono fattori che possono indurre la comparsa dei pomfi. Il percorso diagnostico dovrà identificare eventuali fattori scatenanti e talora sono necessari esami di laboratorio.

Il trattamento si basa su antistaminici orali, in certi casi può essere utilizzato un anticorpo monoclonale anti ige.

Vasculite

Processo infiammatorio a carico delle pareti dei vasi sanguigni, la cui causa può essere non nota, o legata ad una reazione autoimmune o secondaria ad un’altra condizione patologica o all’assunzione di farmaci. Può manifestarsi con sintomi generici (febbre, inappetenza, perdita di peso, affaticamento, ipertensione arteriosa, ritenzione di liquidi, sudorazione notturna o dolori muscolari e articolari), ma anche con segni clinici specifici che dipendono dal tipo dei vasi e degli organi coinvolti dall’infiammazione. In particolare si manifesta con la comparsa di macchie di colore viola-bluastro, piccoli noduli, petecchie o ulcere sulla cute; formicolio e intorpidimento se vengono coinvolti i nervi periferici; diarrea, nausea, vomito e presenza di sangue nelle feci se viene colpito l’apparato digerente. Nelle manifestazioni più gravi può portare a difficoltà respiratoria, disfunzione renale, ictus cerebrale e infarto del miocardio.

Segue, pertanto, che il trattamento varia a seconda dell’area o dagli organi colpiti dalla vasculite e dalle condizioni generali del paziente. I trattamenti farmacologici più comuni sono volti a ridurre il processo infiammatorio mediante l’assunzione di corticosteroidi, talvolta in associazione a terapia immunosoppressiva.

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