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a cura del dr. Enrico Maria Greco
Medico Cardiologo Specialista
Quadro clinico causato dall’incapacità del cuore di contrarsi o dilatarsi adeguatamente per fornire, con la giusta pressione, la quantità di sangue necessaria agli altri organi e tessuti, causando un ridotto apporto di ossigeno e di sostanze nutritive.
Lo scompenso può essere di due tipi: sistolico o diastolico.
Lo scompenso è di tipo sistolico quando vi è una ridotta capacità da parte del ventricolo sinistro del cuore ad espellere il sangue nell’aorta e nelle arterie che irrorano organi e tessuti periferici.
Lo scompenso diastolico, invece, si manifesta quando vi è un inadeguato riempimento ventricolare, per una rigidità del Ventricolo a distendersi e ricevere sangue.
Negli stadi precoci, lo scompenso può essere asintomatico, o causare un lieve affanno per sforzi considerati, in precedenza, lievi, per poi sfociare progressivamente in:
– malessere,
– dispnea da sforzo ingravescente o a riposo,
– astenia (stanchezza),
– tosse,
– edema, ovvero raccolta di acqua, negli arti inferiori, ed in tutti gli organi, con aumento di peso,
– tachicardia ovvero aumento ingiustificato della frequenza del polso a riposo.
Alla comparsa dei suddetti sintomi si rende necessaria una visita cardiologica per la diagnosi e l’individuazione dei fattori responsabili, eseguendo analisi di laboratorio e analisi strumentali quali analisi del sangue, prove di funzionalità respiratoria, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, radiografia del torace e, se necessario, coronarografia e RMN.
Il trattamento dipenderà dal tipo di scompenso e dalla sua gravità e potrà essere di tipo farmacologico, chirurgico o mediante l’impianto di dispositivi elettronici (pacemaker o defibrillatori).
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