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a cura del dr. Federico Dehò
Medico Andrologo Urologo
L’Andrologia è la branca della medicina che studia, previene, diagnostica e tratta farmacologicamente o chirurgicamente i disturbi interessano esclusivamente l’apparato riproduttivo e urogenitale maschile, composto da testicoli, dotti deferenti, epididimi, vescicole seminali, uretra, prostata e pene. L’andrologia è una specialità medica piuttosto recente, basata su un approccio multidisciplinare, in quanto fonde le conoscenze acquisite nel campo della dermatologia con quelle derivanti dall’urologia, dall’endocrinologia e dalla neurologia ed è complementare alla ginecologia.
I temi affrontati dall’andrologia sono principalmente i seguenti: infiammazioni e infezioni dell’apparato riproduttivo maschile; condizioni di infertilità o sterilità maschile; disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione; disturbi sessuali; trattamenti ormonali sostitutivi; invecchiamento maschile; patologie e tumori dei testicoli, della prostata e della mammella maschile; anomalie dello sviluppo puberale; contraccezione maschile; crioconservazione del liquido seminale e del tessuto testicolare e aspetti medico-legali legati alla paternità.
La diagnosi andrologica si basa su:
– un’accurata anamnesi, raccogliendo informazioni sulla storia clinica, sullo stile di vita e sulla sintomatologia del paziente;
– un attento esame obiettivo, mediante osservazione ed eventuale palpazione dei genitali (testicoli e pene) per valutare la presenza o assenza di anomalie anatomiche e/o esplorazione rettale per escludere problemi prostatici ed emorroidali;
– richiesta di test specifici che includono esami ematochimici; dosaggi ormonali; test immunologici, microbiologici e di screening per le malattie sessualmente trasmissibili; esami strumentali di imaging (ecografia o risonanza magnetica); spermiocoltura; spermiogramma; analisi del liquido seminale; esami di funzionalità seminale; analisi citogenetica e, se necessario, esami bioptici (biopsia di prostata, testicoli o cutanea del pene).
Dato l’imbarazzo che colpisce molti uomini nell’affrontare problemi relativi al proprio apparato genitourinario, ma l’importanza che ne deriva e delle sue ripercussioni anche sull’attività sessuale e sul benessere di coppia, sarebbe consigliata una visita andrologica dopo il compimento dei diciotto anni, anche in assenza di evidenti patologie o disturbi.
Disfunzione erettile, o impotenza sessuale, è una condizione caratterizzata dall’incapacità a raggiungere e/o mantenere un’erezione adeguata per portare a termine un rapporto sessuale. La mancata erezione può essere completa, parziale o persa prematuramente prima dell’eiaculazione.
Le cause che portano alla disfunzione erettile possono essere diverse e sono classificate in:
– cause organiche, distinte in cause di natura anatomica (anomalie congenite o acquisite), endocrina (di natura ormonale, per alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, che determinano una ridotta produzione di testosterone), vascolare (legato a patologie cardiovascolari, ipertensione, sovrappeso, dislipidemie, diabete mellito, fumo di sigaretta o abuso di alcol), neurologica (qualsiasi patologia o trauma che provoca un’alterata comunicazione fra il sistema nervoso centrale e il pene), associata a infezioni uro-genitali e iatrogena (terapia farmacologica);
– cause psicogene (più frequente nei soggetti giovani, legate ad ansia da prestazione);
– cause miste (con componenti organiche e psicologiche);
Per prevenire l’insorgenza della disfunzione erettile è pertanto importante adottare abitudini di vita sane per ridurre i fattori di rischio.
La diagnosi di tale condizione consiste nell’effettuare un’anamnesi e un esame obiettivo volti a identificare la causa, le eventuali patologie e terapie concomitanti o a evidenziare l’eventuale componente psicologica che interferisce con la funzione sessuale. A seconda della causa, il trattamento potrà essere di tipo farmacologico, psicologico o chirurgico.
Induratio penis plastica, detta anche Malattia di La Peyronie, è un’anomalia acquisita dovuta alla fibrosi della tunica albuginea, la guaina di rivestimento dei corpi cavernosi, strutture che contengono sangue quando il pene è in erezione. Si tratta di una patologia la cui causa è ancora poco nota. L’ipotesi più accreditata è quella secondo cui la fibrosi insorge in seguito a microtraumi ripetuti nel tempo a carico del pene durante i rapporti sessuali.
I principali fattori di rischio associati all’insorgenza di tale condizione sono il diabete, l’ipertensione arteriosa, le malattie cardio-metaboliche, il fumo e l’alcool.
L’anomalia si manifesta in due fasi, vi è dapprima una fase acuta a cui fa seguito una fase cronica. La fase acuta si manifesta con la formazione di placche fibrotiche con conseguente incurvatura anomala del pene, che può essere accompagnata da sensazione dolorosa. Tale condizione può sfociare nella fase cronica con la calcificazione delle placche, l’insorgenza di deformazioni permanenti a carico del pene (rientro, perdita di circonferenza o accorciamento) e talvolta di disfunzione erettile. Importante è eseguire una diagnosi tempestiva, che consiste nella raccolta di informazioni relative alla storia clinica del paziente e nell’esecuzione di un esame del pene, che si esplica mediante l’individuazione e la caratterizzazione delle placche fibrotiche, la valutazione dello stato di incurvatura peniena e di eventuali disfunzioni. Il trattamento, che può essere di tipo farmacologico o chirurgico, varia a seconda della fase clinica in cui si trova il paziente e se vi è la presenza o assenza di disfunzione erettile.
Eiaculazione precoce è una disfunzione, che consiste nell’incapacità di mantenere un controllo volontario sull’eiaculazione per un periodo di tempo sufficiente a raggiungere l’orgasmo dopo la penetrazione vaginale. In particolare, è precoce quando l’eiaculazione avviene entro 1 o 2 minuti dall’inizio dell’atto sessuale. In alcuni casi, l’eiaculazione può verificarsi anche prima della penetrazione o in assenza di erezione.
La disfunzione può essere distinta in primaria, se si è manifestata fin dall’inizio dell’attività sessuale del soggetto, o secondaria, se si è presentata in un secondo momento.
Essa, inoltre, è da considerarsi più un sintomo, piuttosto che una patologia in sé, in quanto correlata a cause di natura organica o psiconeuroendocrina.
In particolare, l’eiaculazione precoce è considerata fisiologica, se è legata alla giovane età, alla bassa frequenza dei rapporti sessuali e all’ansia da prestazione del soggetto.
In altri casi, invece, è dipesa da una causa organica, che può essere di natura:
– endocrina, in caso di ipogonadismo maschile, ipertiroidismo, iperprolattinemia o diabete mellito;
– infettivo-infiammatoria, in presenza di prostatite o di uretrite;
– urologica, in caso di fimosi, di frenulo corto del prepuzio o altre anomalie anatomiche;
– neurologica, per la presenza di neuropatia periferica, di sclerosi multipla o altri problemi neurologici;
– traumatica, in seguito ad infortuni della pelvi.
Infine, vi sono casi in cui l’insorgenza della disfunzione eiaculatoria è associata a una causa psicologica, legata a particolari condizioni di stress, depressione, malattia psicotica o dipendenza da droghe o alcol.
La diagnosi viene condotta mediante: la raccolta anamnestica dei dati relativi alla storia clinica e sessuale del paziente; la somministrazione di questionari validati per raccogliere informazioni più specifiche sulla manifestazione della disfunzione; l’esame obiettivo per valutare l’integrità anatomica del paziente o la presenza di un problema organico, qualora risulti evidente; l’eventuale richiesta di esami di laboratorio e strumentali più approfonditi.
La terapia è differente a seconda dei casi, può essere di tipo comportamentale o psicologica, insegnando al paziente tecniche per controllare e ritardare l’eiaculazione o intervenendo sui disturbi psicotici presenti, o di tipo farmacologico, mediante l’uso di anestetico locale, del profilattico o di terapie sistemiche.
È necessario effettuare una distinzione tra due condizioni che possono interessare la coppia: la sterilità e l’infertilità.
La sterilità è una condizione irreversibile, che può essere determinata da una caratteristica genetica o da quadro clinico acquisito dopo un particolare evento: un trauma fisico, un intervento chirurgico o un trattamento farmacologico, che può determinare un danno permanente a carico dell’apparato riproduttivo maschile o femminile.
L’infertilità, invece, è la condizione per cui una coppia non riesce ad ottenere una gravidanza dopo uno o due anni di rapporti sessuali non protetti. L’infertilità può essere una condizione transitoria, determinata ad esempio da una alterazione ormonale, regolata fisiologicamente dall’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, che potrebbe essere sovvertita da un trattamento; oppure il soggetto infertile potrebbe produrre dei gameti normali (che sono in grado di maturarsi, essere fertilizzati, produrre embrioni), ma presentare delle problematiche a livello di alcuni distretti dell’apparato riproduttivo che non permetterebbero la fecondazione.
I fattori che possono contribuire all’infertilità nella coppia sono lo stile di vita (stress, abuso di alcol, fumo, droghe, obesità o magrezza eccessiva), età avanzata nella donna, mancata diagnosi di una patologia o di malattia a trasmissione sessuale o esposizione a sostanze tossiche o a inquinanti ambientali.
Per risolvere i problemi legati all’infertilità è sempre necessario un approccio di coppia, sottoponendo entrambi i partner a valutazioni cliniche e indagini diagnostiche, per scegliere la terapia più idonea.
La coppia affronta una prima fase di valutazione clinica detta di counsiling, in cui i partner raccontano la propria storia familiare e interagiscono con una equipe di esperti formata da ginecologo, andrologo, embriologo, ecografista e endocrinologo per inquadrare la natura del loro problema. Per la donna si ricorre ad analisi di tipo ultrasonografico e ormonali per valutare la struttura dell’organo e il funzionamento del ciclo ovarico. L’uomo, invece, può essere sottoposto a test ormonali e a prelievo e analisi della qualità del seme, ovvero l’insieme di tutte le valutazioni relative a motilità, concentrazione e vitalità del seme.
Un primo tentativo è quello di capire se nella donna avviene una regolare ovulazione o, in caso contrario, di indurre l’ovulazione mediante trattamenti ormonali. Se il problema risulta invece legato alla mancata fertilizzazione, è possibile che si sottoponga la donna a inseminazione intrauterina, nella quale si introduce il seme nella cavità uterina affinché si verifichi la fecondazione. Se questi trattamenti non sono adeguati la coppia verrà sottoposta a trattamenti in vitro.
Alternativamente anche sul versante maschile possono essere presenti malformazioni o disfunzioni della linea germinale spermatogenica. Esistono varie patologie ostruttive o forme di impossibilità da parte delle cellule spermatiche di raggiungere le sedi appropriate per realizzare una fecondazione naturale. In questi casi si può procedere con il prelievo di cellule spermatiche a livello testicolare o a livello epididimale.
La chirurgia andrologica si occupa del trattamento chirurgico di anomalie congenite o acquisite a carico dell’apparato genitale maschile e si rende necessaria quando le terapie farmacologiche non sono sufficienti a ripristinare la corretta funzionalità d’organo.
Oggi giorno, grazie all’utilizzo di strumenti all’avanguardia che fanno uso della laserterapia e del radiobisturi, gli interventi chirurgici andrologici risultano essere molto precisi e mini-invasivi. Questi ultimi garantiscono, infatti, una notevole riduzione della perdita di sangue durante l’operazione e assicurano una rapida guarigione del paziente, con minimizzazione della percezione del dolore e dei tempi di recupero postoperatorio, raggiungendo complessivamente risultati medico-estetici ottimali.
I principali interventi di chirurgia andrologica sono: la circoncisione per la risoluzione della fimosi; la legatura microchirurgica per il trattamento del varicocele; la correzione di malformazioni genitali (scarso sviluppo dei genitali, presenza di cisti testicolari o di incurvamento del pene) o di esiti deturpanti di natura traumatica-accidentale; la prostatectomia, ossia rimozione della prostata; la falloplastica, che consiste nell’aumento della lunghezza e della circonferenza del pene per scopi funzionali e/o estetici e per la quale esistono diverse tecniche e procedure.
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